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Bec Renon, da Scalaro

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A cura di:

Ultimo rilievo: 15/05/2011
Lunghezza
6.00 Km
Dislivello positivo
844 m
Tempo di andata
02h15'
Tempo di ritorno
01h30'
Periodo consigliato

Descrizione

Dal parcheggio si prosegue a piedi entrando nel paese e si imbocca il sentiero segnalato da cartello in legno posto esattamente di fronte al campanile sulla sinistra della strada.
Ci si dirige verso N e si incontrano quasi subito le baite Lebi, quindi si attraversa il torrente per raggiungere un altro gruppo di baite (Alpe del Torrione).
Il tracciato tende a salire sempre in direzione N per ripidi prati.
Dopo aver passato la baita di Balma Piatta (1847 m) si giunge ad una sella riconoscibile per una serie di massi allineati (1920m, 2 ore dalla partenza).
In prossimità del promontorio che domina la valle vi sono alcuni massi scolpiti a coppelle, incisioni rupestri attribuibili all’età del bronzo. L’itinerario prosegue in direzione del canale chiaramente visibile dalla sella. Lungo il canale, il sentiero si inerpica tra sicuri gradoni rocciosi e pendii erbosi fino a raggiungere il crestone.
Da qui a sinistra su roccette in breve in vetta.

Riferimenti Bibliografici

Ci siamo stati

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Bec Renon, da Scalaro
venerdì 01 gennaio 2021

Bec Renon, da Scalaro

Volevamo salire il Mont Saron... ma arrivati ad Aosta abbiamo visto che non era proprio il caso! Allora seguendo il bel tempo ci siamo diretti in bassa valle e abbiamo optato per il Bec Renon. Bella salita, a tratti ripida, con un ultimo tratto impegnativo. In vetta abbiamo incontrato il folto gruppo della sezione di Biella di Montagnamica. Avvistamenti floristici: Gentiana kochiana

Maurizio Lavit

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Bec Renon, da Scalaro
domenica 21 agosto 2011

Bec Renon

Salita breve ma faticosa a causa dei frequenti tratti ripidi. Buon panorama dalla cima anche grazie all'assoluta assenza di nuvolosità, rara per questa zona in estate.Salita breve ma faticosa a causa dei frequenti tratti ripidi. Buon panorama dalla cima anche grazie all'assoluta assenza di nuvolosità, rara per questa zona in estate.
dario_tomelini

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Bec Renon, da Scalaro
martedì 31 maggio 2005

Bec Renon, da Scalaro

Nonostante i pochi metri di dislivello questo itinerario richiede buon allenamento ed una certa esperienza di montagna. Il sentiero è più che altro una traccia, ci sono segnavia generiche (strisce bianco/rosso verniciate su pietre) poco evidenti e solo in un paio di occasioni è indicata la direzione con la dicitura "Bec Renon". 

Da Quincinetto si prende la strada che con numerosi tornanti tocca Santa Maria proseguendo poi fino alla frazione Scalaro (1413 m), dove si lascia l'auto in un ampio parcheggio posto di fronte ad un'area attrezzata per pic-nic. Attenzione, nei periodi invernali questa strada non viene particolarmente curata, c'è pericolo di caduta massi e rischiate anche di trovare neve e/o ghiaccio (io ho dovuto lasciare l'auto 5 km prima di Scalaro). Si prosegue a piedi entrando nel paese, dopo pochi metri (esattamente di fronte al campanile) si incontra il cartello in legno che indica l'inizio del sentiero per il Bec Renon. Dopo un breve tratto percorso in direzione Nord, si raggiungono le baite Lebi. Si prosegue quindi attraversando un torrente e si giunge ad un gruppo di baite, dove si trova l'indicazione per il Bec Renon. Il percorso comincia qui a diventare più ripido sino al raggiungimento dell'alpe di Balma Piatta (1847 m) sorpassato quest'ultimo si giunge ad un colle riconoscibile per una serie di massi allineati impiantati nel terreno (1920 m, 2h00' dalla partenza). Quest'ultima è una zona aerea che domina la valle, nelle vicinanze ci sono diverse incisioni rupestri, perlopià coppelle. L'itinerario ridiscende nel vallone che parte dal colle. Il sentiero prosegue ripido tra gradoni rocciosi e tratti erbosi fino a raggiungere l'anticima (2h30'). La parte terminale del percorso si snoda su una cresta piuttosto esposta. In alcuni tratti è opportuno prestare molta attenzione e occorre procedere aiutandosi con le mani. Giunti finalmente sulla cima si trova un grosso ometto a protezione di una Madonna nera con Bambino. Personalmente questa escursione mi ha davvero gratificato, sia per il percorso selvaggio che per l'impegno fisico e mentale richiesto. E' facile perdere la traccia del sentiero, in discesa bisogna fare attenzione a non trovarsi sul sentiero C4 (sempre strisce bianco/rosso verniciate) che incrocia quello di Scalaro ma che porta da tutt'altra parte. Bibliografia: * Matteo Antonicelli, IvreAlpi, Ivrea, 2004 * Blu Edizioni, In cima. 78 normali nel Gran Paradiso, S.U.C.A.I. Torino, ISBN 88-87417-42-3 Cartografia: * IGC, Foglio 9 Ivrea Bielle Bassa Valle d'Aosta, 1:50000, Torino

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