Capanna Gnifetti, dal Passo dei Salati
Introduzione
La Capanna Gnifetti è uno dei due "campi base" per le classiche ascensioni alpinistiche nel massiccio del Monte Rosa. Pur non presentando difficoltà particolari, l'itinerario di accesso al rifugio è da considerarsi alpinistico pertanto si raccomanda di porre la dovuta attenzione nell'affrontarlo; inoltre non bisogna assolutamente sottovalutare la volubilità meteorologica della zona: ci si può spesso trovare in mezzo alle nubi aumentando notevolmente la difficoltà ad orientarsi (soprattutto sul ghiacciaio dell'Indren).
Descrizione
Raggiungere il Passo dei Salati con le cabinovie Tschaval - Gabiet e Gabiet - Passo dei Salati (20 minuti circa).
Lasciati gli impianti dirigersi verso la stazione del Funifor, superato l'edificio dell'arrivo della cabinovia svoltare a sinistra e percorrere a ritroso un tratto sterrato ove si incontrano alcuni segnavia segnalati su paletti in legno. Dopo un centinaio di metri si imbocca, sulla destra, il sentiero che supera una prima balza su rocce rotte. Si raggiunge una breve spianata ricca di ometti al cospetto dello Stolemberg. Dirigersi verso la vetta sul sentiero ora ben evidente sino a raggiungere un canalone un poco esposto: svoltare a destra e seguire in cengia il sentiero attrezzato con una serie di canaponi. Dopo un paio di svolte si abbandona il versante valsesiano mentre si percorre dapprima un tratto dell'ampia cresta sud dello Stolemberg per poi portarsi sul versante occidentale; si supera un breve balzo roccioso con qualche passo lungo e si raggiunge un balconcino roccioso: qui si traversa verso destra con l'ausilio di un canapone e si inizia un breve tratto attrezzato in discesa; questo tratto non è molto agevole pur non essendo particolarmente difficile. Superato uno scalino roccioso con l'ausilio di un paio di pioli metallici, proseguire la discesa sino a raggiungere il culmine del divallamento al Colle delle Pisse (3110m, 0h40').
Si riprende a salire seguendo ometti e qualche sporadico bollo; con un paio di svolte si raggiunge un terrazzino sul quale si scorge il rudere della Capanna Vincent. Proseguire la salita sino a portarsi praticamente sul crinale di confine tra le due valli; di fronte appare la non invitante struttura di Punta Indren, stazione di arrivo della funivia sino a pochi anni fa. Il percorso in questo tratto non è molto impegnativo e quindi, senza eccessivo sforzo, si raggiunge Punta Indren (3260m, 1h00').
Lasciata sulla destra l'ex struttura funiviaria, discendere brevemente una sorta di pista sterrata sino ad avvicinarsi ai primi nevai. Si attraversano in sequenza alcuni nevai, a seconda della stagione più o meno agevolmente. Per un primo tratto si alternano nevai a tratti detritici poi, nei pressi di un relitto della vecchia sciovia dell'Indren, si incomincia a calcare quel che resta del ghiacciaio dell'Indren. Procedere tagliando la coltre ghiacciata (spesso insidiosa) a mezza costa, praticamente in piano, dirigendosi verso la bastionata rocciosa che sostiene il ghiacciaio del Garstelet.
Superata la fascia glaciale si poggiano nuovamente i piedi sul terreno: si risale un tratto detritico e ci si porta ai piedi della bastionata ove si raggiunge una cengia, a destra, che si inizia a risalire con l'ausilio di un canapone. Il tratto che segue è molto delicato, terreno sdrucciolevole, esposizione e inizio della quota (siamo ormai sui 3400m) sono mitigati da un tratto attrezzato con canapone, qualche scalino e, poco prima di "scollinare", da uno scalone in legno. Superata l'asperità si raggiunge il letto morenico del ghiacciaio del Garstelet con una rudimentale palina (). Svoltare a destra e risalire la sinistra orografica di ciò che resta del ghiacciaio sino a metterci i piedi sopra: qui conviene calzare i ramponi, per evitare problemi. Traversare il ghiacciaio in diagonale in direzione della capanna. Al termine dello stesso si incontra l'ultima bastionata rocciosa che ci separa dal rifugio. Risalire una ferratina con pioli metallici sino a portarsi su di un'ampia cengia che, in pochi minuti, conduce alla Capanna Gnifetti ().
Il ritorno avviene sul medesimo itinerario dell'andata (). Per coloro che non voglio percorrere a ritroso il tratto attrezzato sotto il Garstelet, possono discendere al non lontano Rifugio Mantova e percorrere il sentiero di accesso al rifugio sino alla confluenza con l'itinerario di salita: da qui si ritorna al Passo dei Salati sullo stesso percorso calcato all'andata.
Bibliografia
- Gino Buscaini, Monte Rosa, Guida dei Monti d'Italia, CAI e TCI, Milano, 1991
- Stefano Ardito, I Rifugi della Valle d'Aosta, Iter Edizioni, Roma, 2008
Cartografia
- [[Val d'Ayas, Val di Gressoney e Monte Rosa]], Carta dei sentieri foglio 8, 1:25000, L'Escursionista Editore, 2008
Riferimenti Bibliografici
- Rifugi e Bivacchi della Valle d'Aosta - Martini Massimo e Zavatta Luca -