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Palon de Résy, dal parcheggio di Frachey

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A cura di:

Ultimo rilievo: 29/12/2014
Difficoltà
WT3
Lunghezza
9.00 Km
Quota di partenza
1697 m
Altezza di arrivo
2673 m
Dislivello positivo
976 m
Tempo di andata
03h00'
Tempo di ritorno
01h45'
Periodo consigliato
Esposizione
E W S N NW NE SE SW NNE ENE ESE SSE SSW WSW WNW NNW

Accesso

Lasciata l'autostrada A5 al casello di Verrès entrare nella rotatoria e prendere la seconda uscita. Procedere in direzione del centro storico e, dopo 300m svoltare a sinistra imboccando la strada regionale SR45 per la Val d'Ayas. Seguire la regionale per 16,5 chilometri, superando gli abitati di Challand-Saint-Victor e Challand-Saint-Anselme, Brusson, Vollon, Extrapieraz, Periasc e Champoluc. Dopo circa 30 chilometri si incontra l'ampio parcheggio di Frachey (dove parte la cremagliera del Monterosa Ski): qui è presente un servizio navetta che vi conduce alla piazzetta di Saint-Jacques. Nel caso si arrivi prima delle 7 è possibile salire ancora per un breve tratto e parcheggiare in un parcheggio a sinistra della strada: in questo caso bisogna aggiungere circa 500m di cammino.

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Introduzione

Il Palon de Résy è un panettone erboso che domina dall'alto il villaggio di Saint-Jacques nell'alta Val d'Ayas. L'ascensione invernale risulta essere discretamente impegnativa a causa del ripido versante che in estate è superato con un comodo sentiero che risale a mezza costa la parte più inclinata. In inverno, con le racchette da neve, questo non è possibile pertanto bisogna affrontare il pendio con rapide svolte trovando l'approccio più conveniente a seconda delle condizioni del manto nevoso. La vetta, sormontata da una grossa croce metallica riempita di pietre, è un punto di osservazione privilegiato sul fondo valle con superbe vedute sui 4000 che vanno dal Breithorn occidentale al Castore.

Descrizione

Dal piazzaletto di Saint-Jacques procedere brevemente sino ad oltrepassare la chiesetta ove si incontra un vialetto con una palina segnaletica: svoltare a destra seguendo le indicazioni dell'Alta Via 1. Attraversare il villaggio con le sue tipiche abitazioni, fontanile sulla destra💧,  sino a raggiungere l'inizio della mulattiera. Una volta calzate le racchette da neve inizia la salita nella folto bosco di abete rosso (Abies picea) e larice (Larix decidua) seguendo l'evidente mulattiera, anche quando copiosamente innevata. Dopo alcune svolte alternate a tratti rettilinei si raggiunge una pista poderale all'altezza di una radura: la si attraversa un paio di volte prima di incontrare il "colorato" caseggiato di Resiac (1800m, 0h30'). Si costeggia, verso destra, il caseggiato e si raggiunge il termine della pista: qui si prosegue sul sentiero che, con un paio di lunghi tornanti, raggiunge Raccard (1911m, 0h40'). Si rientra nel bosco e si risale il sentiero sino a raggiungere un bivio: si svolta a destra portandosi sui ripidi pascoli di Résy. Si risale la mulattiera sino ai primi caseggiati di Résy, tra cui il Rifugio Guide di Frachey, sino a raggiungere il Rifugio Ferraro (2086m, 1h00').
Dal rifugio proseguire in direzione est puntando verso l'insellatura del Colle Bettaforca. Si procede sulla pista innevata, spesso battuta, risalendo il pendio non troppo inclinato. Giunti all'altezza dei casolari di Fourcare si incontra un paletto infisso nella neve ed un masso con dei bolli gialli: svoltare a sinistra imboccando il sentiero estivo che rapido prende quota tra i radi larici. Con lunghe volute e qualche svolta ci si innalza portandosi su una spalla oltre la quale il percorso vira direzione puntando decisamente verso nord-est. Si abbandonano gli ultimi larici e si entra nella parte più tecnico della salita. Procedere in prima battuta sulla linea di massima pendenza sino a portarsi a ridosso del tratto più ripido dell'intera ascensione. A seconda delle condizioni della neve, o di eventuale presenza di tracce, seguire la linea più consona per superare il muro sino a portarsi sulla dorsale sud orientale della vetta. In lontananza appare la punta della croce di vetta, proseguire con adeguati tagli di versante tenendo conto di eventuali presenze di sacche di neve ventata (ad inizio stagione più frequenti) sino a raggiungere la vetta (2673m, 3h00') sormontata da una croce metallica riempita di pietre.

La discesa avviene sulle tracce dell'andata con la possibilità, se la neve lo consente, di piacevoli sgroppate sui ripidi pendii che antecedono il bosco.

Pericolo Oggettivo: a seconda delle condizioni della neve vi possono essere delle sacche di neve ventata e cornici sulla vetta
Tratti esposti: oltre la croce... non andar troppo in là
Attrezzatura utile: racchette da neve, bastoncini, Artva


Galleria fotografica

Palon de Résy ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Inizia la mulattiera per Résy ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Tra i larici imbiancati ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Raccard, dal basso ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Le pieghe dell'alta Val d'Ayas ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Arrivo al Rifugio Ferraro ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Abbandoniamo Résy ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
La pista per il Colle Bettaforca ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
L'imbocco del sentiero estivo ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Primo tratto di sentiero ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Si esce dal bosco ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
L'imponente Grand Tournalin ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Eccoci di fronte al "muro" ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
La pendenza scema ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Ultime svolte prima della vetta ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Appare la croce di vetta ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Dal Bec de Nannaz alla Roisetta ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Bufera! Sullo sfondo Rothorn e Testa Grigia ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Il Grand Tournalin mentre scendiamo ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Luna timida sul Monte Bettaforca ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Ritorno al Rifugio Ferraro ©2014 Massimo Martini
© 2014 - Massimo Martini
Ci siamo stati