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Pizzo di Trona, cresta nord

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A cura di:

Ultimo rilievo: 11/09/2013
Difficoltà
T5
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
1454 m
Altezza di arrivo
2510 m
Dislivello positivo
1056 m
Tempo di andata
03h30'
Tempo di ritorno
02h00'
Periodo consigliato

Accesso

Da Milano a Morbegno lungo le statali 36 e 38; alla rotonda all'ingresso della città svoltare a destra in direzione Valgerola e risalire tutta la vallata fino agli ampi parcheggi della località Pescegallo.

Introduzione

Il Pizzo di Trona è la terza vetta - per altitudine - di questo tratto delle Orobie, dopo il Monte Legnone e il Pizzo dei Tre Signori; vanta una bellissima posizione isolata che lo avvantaggia dal punto di vista panoramico, aiutata in questo dai fondovalle adiacenti occupati da vasti laghi (anche se in parte artificiali). La salita della cresta nord ha subito una storia travagliata negli ultimi vent'anni. Negli anni '90 del secolo scorso la G.A. Andrea Savonitto la attrezzò completamente con catene di progressione, ma l'intento turistico venne male interpretato e tutto il lavoro venne accuratamente distrutto; dopo un ripristino, una nuova vandalizzazione. Attualmente la situazione è la seguente: la via presenta alcune decine di metri di catena "rammendata" con maglie rapide e qua e là alcuni spit obsoleti; tutti gli infissi sono gravemente arrugginiti. Per cui la salita è da considerarsi per escursionisti esperti (T5) ed è meglio non fare affidamento sulle attrezzature in loco. Contrariamente a quanto scritto sulle indicazioni lungo l'avvicinamento NON E' UNA FERRATA.

Descrizione

Dal piazzale delle funivie di Pescegallo 1454m si va ad imboccare il sentierino che entra nel bosco poco sopra una casera, in direzione "Lago di Trona". La traccia continua ripida a tornanti permettendo di superare la costolatura che immette in Val Tronella; oltrepassata la baita del Dossetto 1580m si attraversa il fondovalle percorso da qualche rivolo sorgivo e si risale il ripido versante dominato dalle Cime di Tronella, andando a sbucare sul pittoresco ripiano del Piich 1845m (baitello e pozza d'abbeverata). La larga traccia prosegue in falsopiano fino ad un dosso dominante la Valle di Trona: una ripida e sassosa mulattiera scende in breve alla diga di Trona 1815m; attraversatone il muraglione si incontra subito un bivio: si deve prendere a sinistra il sentiero indicato come "direttissima" per il Lago d'Inferno. Il percorso attraversa antiche discariche di rocce ferrose e, dopo aver oltrepassato un paio di ingressi di miniera e i resti di un forno di fusione, lungo una costolatura rocciosa raggiunge le costruzioni di servizio alla diga d'Inferno 2085m. Inizialmente poco visibile, il sentiero si dirige fra grossi massi alle spalle delle case e inizia un lungo traverso in quota sopra il lago; tralasciata la traccia rettilinea, dopo alcune decine di metri, si inizia a risalire (alcune sbiadite segnalazioni sui sassi) il versante erboso molto ripido alla propria sinistra. In breve si raggiunge il crinale 2220m fra i Dentini di Trona e il Pizzo medesimo; una traccia di sentiero conduce ad un tratto di cresta roccioso e affilato - molto esposto - assistito da una catena malmessa. Ancora qualche passo di avvicinamento su rocce rotte, e si raggiunge il lungo passaggio-chiave (psicologicamente parlando) della salita: una lunga serie di placche lisce, peraltro molto più abbordabili di quanto possa apparire a prima vista (anche qui una lunga catena di progressione, con ancoraggi molto dubbi). Segue un facile tratto parzialmente erboso, fino alle rocce sommitali: mantenendosi sulla sinistra (vecchie segnalazioni cancellate) si risalgono canalini successivi con parecchi sassi smossi; sulla destra invece il terreno è certamente più solido e, pur affrontando un paio di brevissimi caminetti non banali (III-), permette di raggiungere la traccia di sentiero sommitale con più sicurezza. Sulla cima del Pizzo di Trona 2510m una croce di ferro (con libro di vetta) e un alto ometto di sassi rivolto al sottostante Lago Rotondo.
Ritorno per la via di andata.


Galleria fotografica

© 2021 - Marco Bonati
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Pizzo dei Tre Signori
© 2021 - Marco Bonati
Ci siamo stati