Da Milano si raggiunge Lecco con la statale 36. Dopo la galleria prendere a destra la superstrada per la valsassina. Superato il colle di Balisio, si raggiunde Barzio e si seguono le indicazioni per la Funivia dove si trova un grande Parcheggio.
Introduzione
Il pizzo dei tre Signori è la montagna che domina la zona a NE della Valsassina.
Deve il suo nome al fatto che si trova ai confini di quelli che erano lo stato di Milano, la repubblica di Venezia e la Valtellina occupata dai Grigioni.
Descrizione
Il pizzo dei tre Signori è la montagna che domina la zona a NE della Valsassina.
Deve il suo nome al fatto che si trova ai confini di quelli che erano lo stato di Milano, la repubblica di Venezia e la Valtellina occupata dai Grigioni.
Dal parcheggio si seguono le indicazioni per i Piani di Bobbio, su un'orribile sterrata che con le piste di sci ha devastato l'ambiente. Se la Funivia è in funzione conviene servirsene senza rimorsi, risparmiando tra l'altro due ore e ottocento metri di dislivello.
Dai piani di Bobbio si prende a sinistra su sentiero o su interpoderale verso la capanna Grassi.
Si toccano i colli del Cedrino e del Gandazzo, per risalire ripidamente il pendio (sorgente) che porta allo zucco del Corvo, a destra del quale si passa per una cengia esposta (attenzione con neve) che porta al passo del Toro, "tagliato nella roccia, a cavallo di due profondi e dirupati valloni".
La cengia può essere evitata salendo in cima allo zucco del Corvo e scendendo lungo una catena prima del passo del Torno.
Si continua lungamente senza prendere quota sino alla bocchetta di Foppabona da dove si scorge il rifugio.
Ora il sentiero perde quota e con un giro sotto lo zucco Valbona raggiunge la capanna Grassi, m. 1987 (due ore dai piani di Bobbio).
Dal rifugio Grassi si segue il sentiero segnato con il numero 101, seguendo la cresta che da sulla val Biandino.
Si supera un cimotto con l’aiuto di corde fisse, si raggiunge il “piano delle Parole” (Cartello) detto anticamente “Pian di sass”, si supera una pietra di confine fra lo Stato Veneto e quello di Milano e si raggiunge il bivio per il rifugio Benigni.
Bella vista sulla val Biandino e il lago del Sasso.
Si sale a sinistra, con l’aiuto di corde fisse non indispensabili (si passa ovunque), sino a raggiungere la cresta occidentale da dove si scorge la cima.
In pochi metri si è all’ingresso del “Caminetto” che è un canalino abbastanza appoggiato di facile percorso.
All’uscita con una cengetta e alcune roccette, esposte ma molto facili (corde fisse) si raggiunge l’anticima, si scende ad una selletta e si sale alla grossa croce di vetta.
Due ore dal rifugio.
Bella gita con diverse contropendenze. Da evitare la domenica per il solito traffico di rientro per chi proviene da Milano/Lecco. Eravamo indecisi sino all'ultimo per la salita finale in vetta (dal Rifugio FALC) a causa del tempo che minacciava pioggia; poi il coraggio è stato premiato con una schiarita sempre più ampia. Solita confusione numerica dei sentieri; in ogni caso le numerose paline e le scritte sui sassi (molto frequenti e, forse, un pò troppo invadenti)portano alla destinazione voluta. Sulle rocce finali le bandierine bianco-rosse tracciano con precisione la via, molto utili in caso di scarsa visibilità.