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Il Basset

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A cura di:

Ultimo rilievo: 21/06/2008
Difficoltà
T3
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
1955 m
Altezza di arrivo
2546 m
Dislivello positivo
591 m
Tempo di andata
02h00'
Tempo di ritorno
02h00'
Periodo consigliato

Accesso

Da Milano ad Ardenno (SO) lungo le statali 36 e 38. Alla rotonda di fronte alla stazione ferroviaria si imbocca a siistra la strada provinciale per la Val Màsino e la si segue lungamente fino all'abitato di Filorera (frazione del comune di Valmasino); al bivio segnalato, si volta a destra (indicazioni per Rifugio Ponti) e si percorre una insolita larga strada che termina dopo pochi chilometri contro una frana trasformata in cava di granito. Il parcheggiare qui comporterebbe un allungamento della gita di circa 2 ore. E' possibile raggiungere il lato a monte della frana lungo una pista estremamente sconnessa ed esposta (agevole solo per mezzi 4x4); dopo una stretta galleria curva e senza illuminazione, un ponte e un tratto ripido ci si ritrova su asfalto. La strada, in ottime condizioni, prosegue lungamente a tornanti fino ad allargarsi sul piazzale terminale di Preda Rossa. (L'ambizioso tracciato venne costruito in previsione di uno sfruttamento idroelettrico delle acque provenienti dal ghiacciaio del Monte Disgrazia; tentativo fortunatamente abortito).

Introduzione

Qui a Preda Rossa vengono tutti per l'ascensione al Monte Disgrazia: infatti è una salita non difficile ed irrinunciabile nella conoscenza alpinistica della regione. Ma Preda Rossa, oltre ad essere di per sè una meta per l'importanza dell'ambiente umido d'alta quota, è anche punto di partenza per escursioni meno popolari, ma consigliabilissime. L'itinerario per il Basset è il primo di queste ed il suo scopo è l'osservazione da un'angolatura insolita dei monti del Màsino: con una sola occhiata si riassumono due terzi del percorso del famoso Sentiero Roma. Un'ultima annotazione: nessuna carta in commercio riporta con esattezza i toponimi della zona e talune confondono anche posizioni di intere montagne. Si è scelto di indicare il valico meta dell'escursione con il nome "Basset", l'unico usato dai pastori della zona.

Descrizione

Dal piazzale ghiaioso del parcheggio bisogna osservare sulla sinistra le strutture di cemento armato residue dei tentativi idroelettrici: delle scritte molto sbiadite in vernice verde indicano malamente la presenza di un fantomatico "Sentiero Padania". Risalendo brevemente la costa della montagna su rampe di cemento, i pochi bolli verdi ci conducono su bei pascoli abbandonati, fra gli ultimi larici mughi e rododendri: il sentiero è bello e comodo; poi si comincia a salire su traccia sempre ben visibile, ma più ripida e con fondo a blocchi instabili; arrivati nei pressi di una parete rocciosa bisogna fare attenzione ad un bivio: è veramente poco visibile e si stacca a destra, praticamente alle nostre spalle. Da qui, per lungo tratto, la traccia non è più visibile: si sale fra ciuffi d'erba scivolosa ("erba visèga"), blocchi molto instabili e residui di valanghe cadute dai lastroni soprastanti. Conviene guadagnare quota sul pendio ripidissimo, in traverso, mantenendosi al piede della parete; quando la pendenza diminuisce, ci si avvia in direzione nord-ovest ad attraversare le pietraie di antiche frane, ormai in vista della bocchetta. Istintivamente si tenta di agevolare il cammino concatenando le strisce di erba fra i sassi, ed improvvisamente si trovano delle segnalazioni bianco/rosse su ometti di pietre (si tratta di un percorso che mette in comunicazione la Valle di Preda Rossa con la parallela Val di Mello - Sentiero LIFE dell'Azienda Regionale per le Foreste). Seguendo verso monte le indicazioni si arriva in breve alla depressione del Basset 2546m. Ci si affaccia sulla media Val di Mello e di fronte si estendono le vette e le valli del Ferro, del Qualido, di Zocca e del Torrone. Possibilità di divertirsi arrampicando su passaggi di modesta difficoltà nei pressi del passo. Per il ritorno è molto conveniente seguire integralmente il Sentiero LIFE che, dopo la separazione dal percorso di salita, segue senza difficoltà i punti più agevoli del pendio, fra lastroni ("piode") e larghe cenge, fino a scendere sul secondo ripiano di Preda Rossa, raggiungendo il sentiero per il Rifugio Ponti presso i ruderi di una baita. Durante tutta la discesa si hanno di fronte le tre cime di roccia rossa molto articolata dei Corni Bruciati, ed a tratti è visibile all'apice della valle il Monte Disgrazia. Dalla baita si procede su traccia ben marcata, nelle vicinanze del torrente, fra i massi interrati di un'antica morena; in una ventina di minuti si arriva al primo ripiano di Preda Rossa: una torbiera che si estende per centinaia di metri, fra le anse del torrente diventato lentissimo in pianura. Da pochi anni è presente un tracciato - a destra - che, su sentiero alternato a passerelle antiscivolo, conduce a costeggiare questa area umida tentando di limitare i danni di decenni di calpestio. Al termine della torbiera si torna su terreno solido, in corrispondenza dei resti di una pista carrozzabile; dopo un bello stagno recintato ci ritroviamo al parcheggio. Possibilità di praticare bouldering sui massi di serpentino sparsi nella zona.

 

Galleria fotografica

© 2021 - Marco Bonati
© 2008 - Marco Bonati
© 2008 - Marco Bonati
© 2008 - Marco Bonati
© 2008 - Marco Bonati
© 2008 - Marco Bonati
© 2008 - Marco Bonati
© 2008 - Marco Bonati
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