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Grand Tournalin, dal parcheggio di La Barma

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Ultimo rilievo: 06/08/2006
Difficoltà
T3
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
2023 m
Altezza di arrivo
3370 m
Dislivello positivo
1347 m
Tempo di andata
04h15'
Tempo di ritorno
03h00'
Periodo consigliato

Accesso

Dall'uscita dello svincolo autostradale A5 di Châtillon, svoltare a sinistra percorrendo Via E. Chanoux. Superare la rotonda, prendere la terza uscita e proseguire nel centro storico per circa 600 metri, quindi svoltare a destra in Via Menabrea. Seguire questa strada fino alla rotonda con il "Cervino" al centro. Proseguire lungo la strada regionale SR46 per 18,7 chilometri fino a Valtournenche, dove, verso la fine del centro abitato, all'altezza dell'Hotel des Neiges, svoltare a destra e risalire la strada comunale per Cheneil. Seguire la strada per 6,5 chilometri fino al parcheggio 🅿️ di La Barma, punto di partenza dell'escursione. Il parcheggio è ampio, ma vista la grande affluenza, nei giorni di punta conviene arrivare abbastanza presto per evitare di dover lasciare l'auto più in basso lungo la strada di salita. Poco oltre il punto di partenza è presente un ascensore turistico, sempre in funzione, che consente di risparmiare 50 metri di salita.

[0h42'] - [26,9km]
Come arrivarci con GMaps
Come arrivarci con Apple Maps

Le indicazioni fornite sono state verificate con attenzione alla data di rilevamento dell'itinerario. Tuttavia, si consiglia vivamente di controllare eventuali variazioni intervenute successivamente, soprattutto riguardo al percorso di accesso al punto di partenza. Prima di intraprendere il viaggio, è opportuno consultare strumenti di navigazione aggiornati per ottenere indicazioni stradali precise e attuali. Raccomandiamo l'utilizzo di app per la navigazione satellitare, come Google Maps o Apple Maps, per garantire la massima accuratezza e sicurezza del tragitto.

Introduzione

Itinerario impegnativo sia per il dislivello totale che per il passaggio delicato ed esposto che si trova sotto la cima. A chi soffre di vertigini si consiglia di fermarsi al colle tra il Grand e il Petit Tournalin, dove lo splendido panorama sul massiccio del Monte Rosa vale da solo la fatica dell'escursione.  Riporta l'Abbé Gorret nella sua guida della Valle d'Aosta: "En 1871, le Club alpin d'Aoste, en suite d'une souscription, a fait tracer un sentier depuis le plan dou Sapé jusqu'au sommet du Grand Tournalin; les montures peuvent aller jusque près du col entre les deux Tournalins ... L'intrépide alpiniste Joseph Corona a fait l'ascension du Grand Tournalin le 12 Février 1874, accompagné des guides Maquignaz et Carrel; le thermomètre sur la cime marquait 24 degrés sous zéro; c'est la première ascension de ce genre executée au printemps" Traduzione italiana "Nel 1871, la sez. di Aosta del CAI, grazie ad una sottoscrizione, ha fatto tracciare un sentiero che dal Plan dou Sapé porta alla cima del Grand Tournalin; a cavallo si può salire fin sotto il colle tra i due Tournalins ... L'intrepido alpinista Joseph Corona è salito sul Grand Tournalin il 12 febbraio 1874, accompagnato dalle guide Maquignaz e Carrel; il termometro sulla cima segnava 24 gradi sotto zero; é la prima ascensione di questo genere fatta in primavera" 

Descrizione

Lasciata l'auto ci si dirige verso destra seguendo le indicazioni per Cheneil, dopo aver attraversato su un ponticello il torrente che scende dai due Tournalin inizia il tratto ripido ma breve che porta al pianoro dove si trova il villaggio omonimo, punto di partenza per numerose escursioni. Attraverso i prati ci si dirige verso l'abitato dove si trovano diverse case restaurate e alcune ancora cadenti, su tutte vigila l'Albergo Panorama al Bich, ultimo testimone, l'unico ancora aperto, di una villeggiatura d'antan, fatta di lunghe passeggiate e di pochissimi motori. All'uscita del villaggio, verso sud, si trova la palina segnaletica che regge tra le altre la tabella del sentiero n° 30 per il Grand Tournalin. Seguendo la freccia gialle si imbocca il sentiero che si immerge nell'ombra di un boschetto di larici e ontani. Lo si attraversa in pochi minuti uscendo poi in pieno sole dove il tracciato segna il pendio di strette curve tra i cespugli di mirtilli, rododendri e ginepri punteggiati qua e là dai larici e da ciuffi di bassi ontani. Dopo aver superato la deviazione per il santuario di Clavalité proseguendo sempre sull'ampio sentiero dell'altavia, si cammina accompagnati dal chiacchiericcio dell'acqua che scorre tra i sassi fino a quando, dopo aver attraversato il ruscello ed essere usciti dal vallone, si arriva al bivio segnalato con palina dal quale si stacca sulla sinistra il sentiero per il Grand Tournalin. Si attraversano in piano i pascoli dirigendosi verso la sagoma della montagna che da questa prospettiva appare più tozza e sgraziata della bella piramide regolare che si vede dal fondovalle. Dopo aver raggiunto una pozza d'acqua punteggiata dai fiori bianchi degli eriofori si prosegue lungo il sentiero che comincia a salire dolcemente, al bivio successivo si prosegue sulla destra in direzione di un larice isolato, l'ultima pianta di alto fusto che si incontra nella salita. Poco più avanti il sentiero si allarga e sale con pendenza costante tagliando il fianco della becca Trecare. Si supera una roccia sulla quale sono dipinti i segnavia 29 e 30 e dalla quale si vede un pezzetto delle diga di Cignana, costruita sull'altro versante della Valtournenche. Con una ampia curva sulla sinistra i attraversano i pascoli più alti fino ad arrivare al bivio dove si stacca il sentiero 29 per la Becca d'Aran e la Roisetta. Si prosegue seguendo le tracce gialle fino ad attraversare l'ultimo prato situato ai piedi della morena: un piccolo giardino verde punteggiato dai fiori e tagliato a metà da un magro ruscello che scorre quieto su un letto di sassi. A questa quota il panorama si fa più severo, dominato dalle rocce e dalle pietraie su cui crescono solo poche erbe di alta montagna. Il sentiero sale dolcemente il fianco della morena lasciata dal ghiacciaio che scendeva nella vallata tra il Grand e Petit Tournalin. Il fianco est è ormai inerbito e punteggiato di grandi sassi, dal tracciato principale si staccano numerose e ripide scorciatoie che se il fiato lo consente abbreviano, anche se di poco, il tempo di salita. Dopo aver percorso tutta la spalla della morena si arriva alla base della parete rocciosa dove si trova il primo tratto, ben conservato, del sentiero costruito nel 1871. Purtroppo anni di incuria hanno ridotto questa splendida successione di scalini in pietra e tratti lastricati che portava fino alla vetta a pochi resti che necessiterebbero di un restauro attento, soprattutto nel tratto tra il colle e la cima, per permettere ai turisti di salire alla cima agevolmente, come hanno fatto per lunghi anni grazie alle fatiche dei nostri avi. Seguendo un po' le tracce del vecchio lastricato semisepolte dalle frane e un po' gli ometti si risale tutto il fianco sinistro del vallone fino arrivare alla barma che si trova appena sotto il colle. Il termine barma indica nel dialetto valdostano un riparo ricavato scavando sotto un grosso masso che funge da tetto e chiuso sui lati da uno o più muri a secco; veniva utilizzato a bassa quota per il ricovero di animali o foraggio e a questa altezza può essere un buon ricovero di emergenza in caso di maltempo. Dal colle si gode di uno splendido panorama sul massiccio del Monte Rosa. Dal Breithorn orientale alla Piramide Vincent è tutto un susseguirsi di picchi rocciosi che bucano i ghiacciai verso l'azzurro del cielo, incorniciati dalla cresta che congiunge i due Tournalin. Qui termina l'itinerario per chi soffre di vertigini. Proseguendo lungo il sentiero che porta alla cima si incontra un breve tratto di placca dove il sentiero è crollato, qui per rendere più sicura la salita sono stati fissati alcuni spit ma manca ancora la catena e inspiegabilmente non si è ancora provveduto a restaurare questi pochi metri di tracciato che permetterebbero di compiere l'ascensione senza poggiare le mani a terra. Per proseguire verso la cima allo stato attuale, dopo aver raggiunto la targa dedicata a Giampiero SALGONI occorre seguire la cresta per circa 5 metri lungo una fessura e poi scendere con due passi su un terrazzino inclinato lungo un paio di metri che porta alla sella dove si riprende il sentiero. In poco meno di mezz'ora si raggiungono prima i resti del bivacco e poi la croce fissata poco sotto l'antecima dove termina l'itinerario. La cima vera e propria salita da Whymper nel 1863 é di pochi metri più alta ma separata da una parete verticale che ne permette l'accesso ai soli alpinisti dotati di attrezzatura. Il panorama che offre la vetta del Grand Tournalin, è stato definito “grandioso e splendido” dal primo salitore del Cervino che ne raccomandava l'ascensione a tutti i turisti che avessero una giornata da spendere nella Valtournenche. Lo sguardo domina tutte le cime della Valtournenche e della valle d'Ayas, si spinge in lontananza fino alle nevi eterne del Gran Paradiso, del Monte Bianco e del Grand Combin per tornare poi sulla piramide Cervino e il massiccio del Monte Rosa. Del piccolo rifugio costruito nel 1876 rimangono solo i muri perimetrali e alcune scandole in larice. Un tempo erano utilizzate come copertura del tetto, sono ora allineate a terra per formare una piattaforma sopraelevata di circa due metri per due utile per montare la tenda. Il bivacco dedicato a Jean-Antoine Carrel fu finanziato dal CAI di Aosta e dal comune di Valtournenche e veniva utilizzato dagli escursionisti del tempo per ammirare il tramontare e il sorgere del sole sulle alpi occidentali. Curiosità Riporta l'Abbé Gorret nella sua guida della Valle d'Aosta: "En 1871, le Club alpin d'Aoste, en suite d'une souscription, a fait tracer un sentier depuis le plan dou Sapé jusqu'au sommet du Grand Tournalin; les montures peuvent aller jusque près du col entre les deux Tournalins ... L'intrépide alpiniste Joseph Corona a fait l'ascension du Grand Tournalin le 12 Février 1874, accompagné des guides Maquignaz et Carrel; le thermomètre sur la cime marquait 24 degrés sous zéro; c'est la première ascension de ce genre executée au printemps" Traduzione italiana "Nel 1871, la sez. di Aosta del CAI, grazie ad una sottoscrizione, ha fatto tracciare un sentiero che dal Plan dou Sapé porta alla cima del Grand Tournalin; a cavallo si può salire fin sotto il colle tra i due Tournalins ... L'intrepido alpinista Joseph Corona è salito sul Grand Tournalin il 12 febbraio 1874, accompagnato dalle guide Maquignaz e Carrel; il termometro sulla cima segnava 24 gradi sotto zero; é la prima ascensione di questo genere fatta in primavera" 

Galleria fotografica

© 2021 - Gian Mario Navillod
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Grand Tournalin, cima sud 3371m

Dal piazzale si imbocca il sentiero che parte dopo un piccolo ponte e ripido conduce nella conca di Cheneil (2105m), qui tenete la destra, camminando verso sud e verso gli edifici presenti, per incontrare una palina ricca di indicazioni. Prendete quindi il sentiero n° 30 che inizialmente ricalca l'Alta Via n° 1, entrate nel boschetto e fate tesoro dell'ombra in quanto sarà difficile trovare altri ripari dal sole. Dal piazzale si imbocca il sentiero che parte dopo un piccolo ponte e ripido conduce nella conca di Cheneil (2105m), qui tenete la destra, camminando verso sud e verso gli edifici presenti, per incontrare una palina ricca di indicazioni. Prendete quindi il sentiero n° 30 che inizialmente ricalca l'Alta Via n° 1, entrate nel boschetto e fate tesoro dell'ombra in quanto sarà difficile trovare altri ripari dal sole. Fuori dall'abbraccio di larici, rodendri, mirtilli e pulsatille si accenna un certo panorama che, verso nord è dominato dal Monte Cervino e dalla Becca d'Aran. 

Trascurate la palina per il Santuario Clavalité ed attraversate un basso corso d'acqua per poi affrontare un breve, ma sincero pendio che anticipa un pianoro interessato da qualche acquitrino. Continuando in direzione nord ci si imbatte nella palina che vi farà lasciare l'Alta Via n° 1 a favore del "nostro" sentiero n° 30. L'itinerario taglia ora dei pascoli aromatici (e non...) e permette l'osservazione di alcuni rari esemplari di bovino quadrupede ruminante cornuto oltre all'aspirato Grand Tournalin, alla Roisetta e più a destra alla Becca Trecare sul cui pendio occidentale è disegnato il tracciato da seguire.
A mezza costa tra pennellate gialle e marmotte di vedetta si apre a sinistra una visuale che vi porta dai paretoni sotto la Becca d'Aran fino alla Becca di Luseney una vallata più in là. Alcuni passaggi più ripidi vi avvicinano ad una palina oscurata su cui si scorge comunque il n° 29 per la Roisetta che scappa ad ovest; non se ne tiene conto e si procede verso destra in salita guadagnando velocemente un bel piano ricco di flora montana e bagnato dal ruscello ormai più volte attraversato durante il percorso.
La pendenza aumenta con ripidi tornanti che cancellano l'erba salendo tra sassi e terriccio fino all'imbocco del vallone sotto il Colle del Tournalin. Il vallone viene affrontato sul versante settentrionale, a sinistra, seguendo rari tratti di sentierino e degli ometti. I massi sono di discrete dimensioni e piuttosto stabili, è comunque opportuno tener conto dei rischi legati alla progressione su pietraia. Vedrete in seguito alcuni scalini di pietra, ultime memorie del sentiero costruito a fine '800, poi passerete d'innanzi ad un riparo ricavato sotto un masso ("barma"), inoltre il luogo è propenso all'avvistamento di qualche stambecco.
Giunti al Colle del Tournalin (3145m) regalatevi un ottimo panorama del gruppo del Monte Rosa con alla vostra destra la frastagliata cresta per il Petit Tournalin e sulla sinistra il sentierino e gli ometti per la vostra meta, il Grand Tournalin.
Da qui l'escursione assume toni più seri, infatti le mani sono spesso impiegate per aiutarsi sugli sfaciumi, per superare qualche masso e per sentirsi più sicuri sulle cenge esposte. Una corda fissa vi aiuterà a lasciarvi alle spalle un punto di roccia piuttosto liscia e leggermente pendente a valle.
Seguendo i suggerimenti degli ometti si termina l'ardua salita incontrando il rudere del Bivacco Carrel (CAI Aosta, 1875), da qui in due falcate si è alla croce di vetta e proseguendo verso nord si guadagna con qualche vertiginoso metro di cresta, il punto escursionistico più elevato: la cima sud del Grand Tournalin, 3371m. Più a nord l'effettiva vetta (3379m) interrompe il panorama tra i massicci del Cervino e del Rosa, per ovviare a questo "fastido" bisogna affrontare la forcella (III grado) con le dovute precauzioni e con lo zaino colmo di abilità ed esperienza alpinistica. La cima sud rappresenta appieno un traguardo ricco di soddisfazione e dal potenziale panoramico d'eccellenza: (da N a E)Breithorn, Monte Rosa, Testa Grigia,
(da E a S) Dame di Challand, Monte Zerbion, Monte Barbeston,
(da S a W) Punta Tersiva, Emilius, Grand Paradiso, (da W a N) Ruitor, Monte Bianco, Grand Combin, Punta Tsan, Dent d'Herin, Cervino... smettete di girare... Per il rientro seguire il percorso di andata. Altre immagini della gita Tutte le immagini © All Rights Reserved 2010 Fabio Bertuzzo

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A cura di:

Grand Tournalin

Con Rita e Ermanno.

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