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Bodengo, da Gordona

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A cura di:

Ultimo rilievo: 29/03/2012
Difficoltà
T2
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
283 m
Altezza di arrivo
1030 m
Dislivello positivo
1250 m
Periodo consigliato

Introduzione

Ormai dal 1987 il villaggio di Bodengo può essere raggiunto comodamente in auto (strada a pedaggio): questa gita, invece, ripercorre le vecchie vie di accesso pedonali dal fondovalle di un versante e dell'altro del torrente Boggia. Si attraversano alpeggi abbandonati e contrade ormai trasformate in agglomerati di case di vacanza, ma l'ambiente naturale - appena dietro l'angolo - prevale intensamente. Nella bella stagione la valle è molto frequentata dagli appassionati di canyoning per la presenza di percorsi anche molto impegnativi; sono inoltre numerose le strutture rocciose esplorate negli anni '90 come palestra d'arrampicata, ben attrezzate ma ora un po' fuori moda.

Descrizione

Da Gordona 283m si segue il percorso della carrozzabile per la val Bodengo (un paio di scalinate sono usabili come scorciatoie) fino al piazzale di parcheggio dei mezzi non autorizzati alla salita. Dopo poche decine di metri - sulla destra - si stacca, dominata da una cappelletta, la mulattiera della Val Bodengo: un capolavoro di scalinata acciottolata, perfettamente mantenuta e molto panoramica sul fondovalle. Si risale il versante con lunghi traversi a tornanti, finchè un tratto di cengia artificiale sostenuta da muri a secco attraverso una "pioda" (parete monolitica liscia) introduce al terrazzo di Donadivo ("Dunadìif")737m: punto di sosta con cappella degli alpini e incomparabile veduta sulla vallata. In pochi passi si raggiunge nuovamente la carrozzabile, che si percorre oltrepassando una terza cappella e - a sbalzo sul precipizio - gli ancoraggi di calata per la sottostante struttura d'arrampicata "Paradisdican" (difficoltà massima 6b+) fino ad uno slargo dove si riprende verso sinistra la mulattiera (palina con indicazioni). Inizia subito una discesa ripida, talora protetta a valle da corrimano, fino a varcare il torrente Boggia sul "Punt de la Val" 770m circa: sull'altro versante si nota il bivio con la via di ritorno. Si volge a destra e una serrata serie di tornantini conduce ai prati maggenghi di Bedolina 946m, dove le numerose baite sono quasi tutte restaurate a case di vacanza; si prosegue affiancando una chiesetta e raggiungendo la pista di accesso veicolare: arrivati all'altezza del torrente, non se ne attraversa il ponte carrabile e si imbocca a destra il proseguimento della mulattiera, trascurando anche il tratto di pista verso sinistra diretto al soprastante Monte Garzelli. Si segue brevemente la traccia parallela alle acque, fino ad attraversare il Boggia all'altezza di Prà Pincèe 947m tramite una passerella pedonale. Si torna a percorrere per breve tratto la strada asfaltata, fino a notare a sinistra una seconda passerella: il nuovo attraversamento conduce ad uno stretto sentiero che, a destra, risale il torrente in ambiente umido e ombroso (qualche piccola frana e alcuni passaggi provvisori su tronchi affiancati) fino ad una zona di crotti, proprio di fronte al villaggio di Bodengo 1030m. Per il ritorno si percorre la via di andata fino al "Punt de la Val" e, senza attraversarlo, si prosegue su di una passerella di cemento lungo una liscia parete di roccia. Si prosegue risalendo una valletta umida tramite una lunga e delicata scalinata a tornanti (sempre assistita da un cavo di sicurezza): si sbuca sul meraviglioso terrazzo di Sorboggia 884m. Si continua sull'unico altro sentiero di accesso all'alpe, quello proveniente da San Pietro di Samolaco. Si tratta di una buona traccia in ripida discesa (con una sola lunga risalita su scalinata) attraverso un folto castagneto: lentamente ci si sposta verso sud finchè il sentiero viene interrotto da una recentissima pista forestale (non ancora cartografata). La si segue in discesa fino ad incontrare un sentiero segnalato a sinistra: è un punto di difficile individuazione, posto poco a valle di due tornanti della pista molto ravvicinati, e circa un centinaio di metri prima di una bacheca di legno. Seguendo in ripida discesa il sentiero, ci si trova prsto fra i ruderi di alcune baite dove si nota un quadrivio con palina indicatrice: si prosegue in direzione "Cà Pipeta". Un lungo traverso a saliscendi tra boschi, vallette e qualche rudere conduce appunto alla Cà Pipeta, straordinario esempio di abitazione a due piani costruita sotto un masso ciclopico. Nella stessa direzione, ci si porta sul fondo di una valletta scura, che si percorre in salita, tralasciando a destra i sentieri per Ronscione e per la Torre del Signame. Al termine della valletta si attraversano le baite dell'Avert Signame 543m (Avert = Alpe) e si prosegue lungamente su di un costone radamente alberato, percorso da un sentiero ripido e ghiaioso che scende al ponte sul torrente Boggia. Lo spettacolo è impressionante: le acque, dopo una serie di salti consecutivi nella gola rocciosa, precipitano per una cinquantina di metri in una enorme marmitta dei giganti, ormai in vista dello sbocco finale del fiume Mera. Attraversato il ponte, si segue un viottolo ombroso che conduce, passando a monte di impianti idroelettrici, alle prime case di Gordona: la zona della chiesa - parcheggio iniziale - si raggiunge facilmente seguendo i segnali gialli (paline e tratti di vernice sui muri delle case) della "Via Francisca", percorso di fondovalle fra Chiavenna e il lago di Como.

Galleria fotografica

© 2021 - Marco Bonati
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