Da questo cappello introduttivo si deduce che la vicenda de Alla ricerca di Hassan si svolge nell'Iran della Repubblica Islamica, ma questo è solo uno sfondo: il messaggio principale che si ricava dalla lettura è la forza prodigiosa che celano la tolleranza reciproca, la sincerità e la conoscenza dell'altro. Grazie ad esse si possono superare enormi barriere ideologiche, tanto alte in oriente, dove gli USA sono dipinti come il Grande Satana, quanto (se non di più) in occidente, dove l'Iran è considerato dalla parte politica dominante uno dei cosiddetti “stati-canaglia”.
La storia è la vicenda di una famiglia americana di origine irlandese, da sempre aperta alle istanze sociali, che un tempo viveva nella Teheran “bene” durante il regime dello Scià. Se ne allontanò per scelta, ma lasciandosi alle spalle un mondo incantato di luoghi, profumi, sapori e, soprattutto, di relazioni umane semplici e sincere. Dopo ventinove anni, con in mezzo una rivoluzione islamica ed una sanguinosissima guerra tra Iran ed Iraq, le frontiere di quella che fu un tempo la Persia si riaprirono cautamente. E chi meglio della famiglia Ward poteva rompere il ghiaccio e riportare dei cittadini statunitensi in terra iraniana?
Compiendo un tour attraverso le città d'arte ed i principali luoghi storici essi intendevano visitare tutte le principali tappe storico-culturali della nazione, ma lo scopo segreto del viaggio era di ritrovare un certo Hassan Ghasemi e la sua famiglia, con la quale i Ward avevano condiviso i loro anni a Teheran, instaurando un rapporto che andava ben al di là di quello tra datore di lavoro e dipendente: si trattava di amicizia e di un primo spontaneo tentativo di profonda comprensione reciproca.
Nel racconto il coinvolgimento emotivo dell'autore è evidente: è della sua vita che si parla e di quanto di più caro ha conservato nel suo cuore riguardo agli anni della sua infanzia. Ciò non gli impedisce però di esercitare uno sguardo critico sulla realtà ed ammettere senza falsi pudori gli sbagli dell'occidente, che poi hanno innescato la reazione e la rivoluzione khomeinista. Sono anche sfatati molti miti creati dai media filo americani, che, come stiamo apprendendo in questi giorni riguardo ad altre realtà mediorientali, fanno sovente da acritica cassa di risonanza a presunte verità preconfezionate negli uffici del potere “democratico”. Apprendiamo dunque come sia stata di fatto debellata la disperata povertà di ampie frange della popolazione e, contemporaneamente, falciata la scandalosa ricchezza di sparute minoranze; scopriamo come la condizione femminile non sia affatto simile a quella afghana, anzi, la maggioranza degli studenti universitari sono donne; impariamo quali sono le radici dell'odio atavico esistente tra sciiti e sunniti, e, nel contempo, troviamo che nella repubblica islamica apparentemente tra le più rigide al mondo sono tollerati altri culti (cristiani ed ebrei), cosa impossibile nella filo-occidentale Arabia Saudita, governata da sunniti, ma dalla popolazione a maggioranza sciita.
Si tratta dunque di un diario di viaggio leale ed onesto, ma anche colto e talvolta curioso. E' un inno alla tolleranza ed al rispetto delle altrui usanze e, per questo, da prendere ad esempio per le nostre vacanze, anche se di assai più piccolo cabotaggio.
Scheda informativa
Autore: Terence Ward
Anno di pubblicazione:
2003
Lingua:
Italiano
N° Pagine:
351
Carta:
Patinata
Rilegatura:
Brossura
Prezzo:
16.00€